Case report n’1

Quando mi sono avvicinato per la prima volta a Manutech è stato per avere la possibilità di gestire delle situazioni di dolore o infiammazione acuta con una terapia strumentale.
Sicuramente non avrei mai pensato di trovarmi tra le mani un apparecchio così straordinario.

A mio parere non esiste una terapia altrettanto paragonabile a Manutech. Un mezzo in grado di farti lavorare a pieno con le mani, che per ogni fisioterapista o osteopata sono lo strumento fondamentale nel proprio lavoro, e al tempo stesso abbinare un’elettroterapia basata sulle microcorrenti, in grado di svolgere azione drenante, decontratturante, di stimolazione del microcircolo e di stimolazione alla produzione di ATP cellulare. (Per approfondire)
E i risultati sono alla portata di tutti.

Negli ultimi tempi ho avuto la possibilità di gestire un caso clinico, in fase acuta, di distorsione di caviglia in inversione: conseguente ad un episodio traumatico durante una partita di pallacanestro.

 

Questa era la situazione di partenza del paziente:

      

 

E’ uno studente, in trasferta in Lombardia. L’indicazione in PS era sta quella di immobilizzazione dell’arto per 15 giorni circa. Il paziente in autonomia aveva deciso di liberare l’arto anticipatamente per cominciare le terapie.

Vedo il paziente dopo circa 10 giorni dal trauma.

L’articolazione è evidentemente gonfia e limitata nei movimenti di flesso-estensione, con l’astragalo completamente bloccato nel mortaio tibio-peroneale.

Con un’azione drenante di 10′, ho iniziato a lavorare con le mani a livello del cavo popliteo e di tutto il comparto anteriore e posteriore della gamba fino alla caviglia e piede, per favorire il drenaggio ematico e linfatico che ristagnava intorno alla caviglia. Ho eseguito un massaggio deciso delle zone indicate in andata e ritorno, per aprire tutti i possibili passaggi tra i setti intramuscolari e favorire il drenaggio fluidico.

Successivamente ho agito per circa 20’ (10’+10’) con le mani intorno a caviglia e piede, eseguendo una continua mobilizzazione passiva dell’articolazione tibio-tarsica in flesso-estensione, inversione ed eversione, trazione e rilascio. Durante ciò ho impostato il Manutech prima in modalità Microangiogenesi e poi Biostimolante, soffermandomi spesso intorno ai legamenti peroneo-astragalici con una leggera azione massaggiante.

Il lavoro manuale sarebbe stato lo stesso anche se non avessi indossato i guanti del Manutech. Quindi dal punto di vista pratico, la mia seduta non ha subito variazioni.

 

Ecco come si presentava la caviglia del paziente al secondo appuntamento, a distanza di 2 giorni:

        

Evidente la riduzione di gonfiore e rossore.